L'importanza della ricerca nelle strutture ospedaliere

L'importanza della ricerca nelle strutture ospedaliere

La qualità  dell'assistenza dipende sempre di più dalla capacità  di trasferire i risultati della ricerca al lavoro dei medici. Ne abbiamo parlato con Francesco Messina, Direttore scientifico della Fondazione Betania
L'importanza della ricerca nelle strutture ospedaliere

Bilancio positivo per il primo anno di attività del Comitato Scientifico dell’Ospedale Evangelico Villa Betania. Il gruppo di lavoro, costituito da medici dell’ospedale, ha segnato una svolta importante nelle attività cliniche che oggi possono contare sui risultati di studi e ricerche applicate alle reali esigenze dei pazienti. Allo stesso tempo il Comitato Scientifico ha dato autorevolezza alle attività che si svolgono in ospedale e ha dato vita a nuovi e importanti progetti di ricerca traslazionale, cioè la ricerca applicata.
 

Domanda 1. Perché l’Ospedale si è dotato di un Comitato Scientifico?
Risposta. Per molti anni la ricerca è stata appannaggio di Università ed enti preposti a questo scopo. Anche se nel corso degli anni si sono sviluppate molte collaborazioni enti di ricerca e Ospedali, dimostrando quanto la collaborazione possa essere non solo proficua ma anche utile alla crescita ed al miglioramento delle rispettive  attività, è importante che ogni ospedale divenga anch’esso centro di ricerca. Per questo motivo  i migliori centri  deputati  all’assistenza  ospedaliera, hanno aperto la collaborazione dei loro reparti alla ricerca clinica applicata, collaborando con i centri Universitari e/o  Istituti scientifici, specie  in  quei  settori  specifici  di ricerca dove poteva   esserci  maggiore utilità all’integrazione della ricerca di base, con quella clinica. In alcune Istituzioni, ciò ha portato alla creazione di alcuni Dipartimenti così detti, traslazionali, che rappresentano la massima espressione, non solo dell’utilità, ma della necessità, della stretta collaborazione  tra ricerca di base e  ricerca clinica applicazione
 
D2. Qual è il ruolo del Comitato scientifico
R. Dare autorevolezza alle attività che si svolgono in ospedale e allo stesso tempo accompagnare tutto il personale nella crescita professionale e allo stesso tempo all’interno della struttura. L’Ospedale, infatti, è tra le strutture mediche che negli ultimi anni ha registrato le maggiori trasformazioni  organizzative ed assistenziali, cercando di rendere le strutture sempre più efficienti e rispondenti alle diverse esigenze di cura dei pazienti, con una costante ricerca del miglioramento degli standard  di qualità.
E’ importante che l’ospedale abbia fatto la scelta politica e strategica ma anche economica di costituire un gruppo di lavoro scientifico dedicando tempo e risorse umane. E’ una scelta di campo per un’assistenza clinica sempre migliore.
 
D3. Qual è il bilancio del primo anno di attività?
R. Il bilancio è fortemente positivo. Abbiamo promosso incontri, accordi, convenzioni creando i presupposti per l’avvio di un’attività fondamentale per un ospedale moderno. La collaborazione con ricercatori affermati nell’ambito di Università, CNR e altri centri di ricerca permette un arricchimento culturale oltre che scientifico e professionale ai medici che fino a poco tempo fa erano preclusi.
 
D4. Su che progetti state lavorando?
R. Sono in corso diversi progetti, tutti orientati al miglioramento dell’assistenza medica. Uno dei primi ad essere partito è realizzato in collaborazione con il Dipartimento Traslazionale dell’Università Federico II di Napoli sulla variazione della presenza di alcune sostanze nel latte materno in funzione dell’alimentazione che possono caratterizzare gli outcame del neontao in termini di crescita ma anche di infezioni. La ricerca prevede la collaborazione con le mamme. E poi si visitano i bambini a distanza di tempo analizzando le correlazioni con la dieta della mamma. Ci sono poi due studi che stiamo sviluppando con il CNR di Napoli sull’utilizzo delle cellule staminali sulla rigenerazione del tessuto osseo e cartilagineo, in collaborazione con il Reparto di Ortopedia e un altro sulla rigenerazione del tessuto polmonare del neonato prematuro affetto da broncodisplasia con il Dipartimento di Biomateriali. Nell’ambito della Chirurgia il nostro Ospedale sta sviluppando poi un progetto internazionale che vede coinvolti più centri sull’utilizzo di una particolare tecnica nell’intervento del tumore del pancreas. Infine il Centro autonomo di Epatologia sta portando avanti due ricerche in collaborazione con la Facoltà di Medicina dell’Università di Salerno. La prima riguarda una valutazione, mediante elastografia epatica (FIBROSCAN),  della regressione di fibrosi epatica nei pazienti sottoposti a terapie antivirali, per HCV ed HBV, di ultima generazione con l'obiettivo di identificare le categorie di soggetti in cui il dato risulta maggiormente significativo. La seconda è sulla valutazione, mediante  Controlled Attenuation Parameter (CAP), della attenuazione della steatosi nei pazienti sottoposti ad adeguato regime alimentare. 
 
D5. Come fate a veicolare l’attività scientifica all’interno dell’Ospedale
R. La comunicazione interna è fondamentale per il riconoscimento del lavoro del Comitato Scientifico da un lato e per la diffusione dei risultati delle ricerche dall’altro. Da questo punto di vista abbiamo previsto sul sito internet dell’Ospedale una sezione dedicata all’attività del Comitato Scientifico dove gradualmente pubblicheremo tutti i progetti di ricerca.
Tutti i lavori scientifici, ma anche i documenti e i dossier prodotti dai medici del nostro Ospedale sonos stati raccolti in una “Quaderno di Betania”, il periodico pubblicato dalla Fondazione Evangelica Betania.
 
D6. Lei è anche il Responsabile della Neonatologia e della Terapia Intensiva Neonatale, due ambiti clinici dove la ricerca ha consentito di fare enormi passi avanti. In che modo, ad esempio, a Villa Betania avete beneficiato di ricerche scientifiche?
R. La ricerca traslazionale è la vera novità degli ultimi anni e non è altro che la ricerca applicata alla clinica sul campo. Cioè si indirizzano le attività di ricerca, i finanziamenti e i test con la finalità di trovare soluzioni alle patologie, piuttosto che sperimentare sulle cavie e poi trasferire la ricerca, come si è fatto per anni. Il binomio ricerca e assistenza ospedaliera sono a garanzia della qualità assistenziale. Infatti  la ricerca ha bisogno della collaborazione con centri clinici dove poter verificare sul campo l’attendibilità dei propri studi. La ricerca viene indirizzata dalla clinica ma si avvale della collaborazione di quei settori dove ci sono maggiori problematiche a trovare le soluzioni ai problemi dei pazienti.
 

 

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