L'importanza di vaccinarsi, da bambini come da adulti

Prevenzione

L'importanza di vaccinarsi, da bambini come da adulti

La diminuzione delle vaccinazioni avvenuta negli ultimi anni è un dato allarmante che mette a rischio il nostro Paese e l'incolumità  di tanti bambini, ma anche adulti e anziani
L'importanza di vaccinarsi, da bambini come da adulti Tra il 2014 e 2015 Disneyland, il famoso parco di divertimento in California, è stato il focolaio di un’epidemia di morbillo che rapidamente si è estesa a 27 Stati americani, complici il gran numero di visitatori, anche esteri, e l’alta concentrazione di persone, facendo registrare oltre 600 casi nel 2014 e 80 nel 2015. Un fatto significativo perché si è verificato negli Stati Uniti, che nel 2000 furono dichiarati dall’OMS la prima area del mondo che aveva debellato il morbillo. Purtroppo, negli ultimi anni, nel nostro Paese, come nel resto del mondo, l’importanza della vaccinazione è stata messa in dubbio, con l’effetto di aumentare i rischi di diffusione delle malattie virali, in seguito alla diffusione di notizie false che hanno iniziato a circolare anche sui social network sulla correlazione tra le vaccinazioni e l’autismo (notizia partita da uno studio poi definito sbagliato il cui autore è stato radiato dall’ordine dei medici). Un fenomeno che ha portato un numero crescente di genitori a scegliere di non vaccinare i propri bambini con la cosiddetta trivalente MPR (Morbillo, Parotite e Rosolia) e allo stesso tempo a far diminuire la fiducia nelle vaccinazioni più in generale.
 
La diminuzione delle vaccinazioni avvenuta negli ultimi anni è un dato allarmante che mette a rischio il nostro Paese
e l’incolumità di tanti bambini, ma anche adulti e anziani. Per quanto riguarda i bambini, dopo aver raggiunto livelli di copertura >96% nel 2013, le vaccinazioni negli ultimi tre anni hanno dimostrato una significativa, quanto preoccupante, inversione di tendenza, come confermato dalle rilevazioni nazionali del 2015, che indicano l’abbassamento al 94% delle vaccinazioni obbligatorie e circa dell’85% per morbillo, parotite e rosolia. Un dato veramente preoccupante che ha spinto la Società Italiana di Neonatologia (SIN), in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, il 17 novembre scorso, a lanciare un grido d’allarme sulla prevenzione vaccinale, particolarmente raccomandata in alcuni gruppi di soggetti ad alto rischio, tra i quali i neonati pretermine, che, a causa delle complicanze della prematurità, risultano maggiormente esposti alle conseguenze dannose delle patologie infettive prevenibili dalle vaccinazioni.

Di morbillo, come di rosolia, purtroppo, si muore ancora (in Italia l’ultimo caso risale al 2015) e non possiamo permetterci, dopo aver debellato la malattia, di dover tornare a combatterla. L’Unione Europea, consapevole di quanto siano ancora diffusi i rischi epidemiologici legati alle malattie infettive, nel 2010 si era data come obiettivo, purtroppo non ancora raggiunto, di eliminare il morbillo entro il 2015. Pensate che solo negli ultimi 4 anni, nei Paesi europei, sono stati registrati oltre 100 mila casi di morbillo e circa 90 mila di rosolia. In Italia dall’inizio del 2013 sono stati segnalati 4.793 casi di morbillo di cui 2.258 nel 2013, 1.696 nel 2014, 255 nel 2015 e 584 nel 2016 (fonte dati nazionali della Sorveglianza Integrata del Morbillo e della Rosolia, raccolti dal Reparto di Epidemiologia delle Malattie Infettive (Cnesps - Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute) con il contributo del Reparto di Malattie Virali e Vaccini Attenuati (Mipi - Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate) dell’Istituto Superiore di Sanit). Perché tanta attenzione a questa malattia rispetto alle altre? Perché il morbillo è una malattia virale per cui non esiste una terapia specifica in grado di impedirne l’evoluzione. Il rischio di morte avviene in un caso su 10.000 mentre le complicanze, come l’encefalite, in un caso su 1000. Poco più di un anno fa, nel marzo 2015, una bambina (che non era vaccinata) è morta a Roma per un’encefalite da morbillo. La vaccinazione è l’unica arma che abbiamo contro la degenerazione della malattia. Ed è la prima e più importante azione per una vita sana e un invecchiamento attivo.

Anche gli adulti devono vaccinarsi
Le vaccinazioni non riguardano solo i bambini.  Anche gli adulti devono vaccinarsi: contro l’influenza, innanzitutto; se viaggiano verso zone dove sono diffuse malattie infettive o in caso di sensibilità ad alcune patologie virali. La popolazione over 50, ad esempio, risulta maggiormente esposta a rischi infettivi derivanti dall’influenza. Pochi ci pensano, ma l’influenza è la malattia virale e infettiva più diffusa al mondo. Non è la classica influenza in sé a portare dei rischi, ma le sue ripercussioni legate, ad esempio, a patologie già esistenti. Una persona che ha problemi cardiaci, respiratori o renali con la vaccinazione stagionale si tutela maggiormente, evitando complicazioni. Il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione alle persone con età maggiore di 64 anni e a coloro che sono in stretto contatto con anziani, come gli operatori sanitari, nonché a tutte le persone a rischio di complicazioni secondarie a causa dell’età o di patologie esistenti. Il periodo più indicato per la vaccinazione va da metà ottobre a fine dicembre. Si sconsiglia generalmente di vaccinarsi con molto anticipo perché l’immunità data da questo vaccino declina nell’arco di 6-8 mesi e, quindi, si potrebbe rischiare di essere solo parzialmente protetti nel periodo più rischioso (ottobre-febbraio). Un’altra vaccinazione molto importante ma ancora poco conosciuta e sottovalutata, è quella anti HPV - il Papillomavirus umani - offerta gratuitamente e attivamente alle bambine nel dodicesimo anno di vita in tutte le Regioni italiane. Questo tipo di vaccinazione consente di ridurre al minimo il rischio di infezioni virali dell’apparato genitale, a cui le donne, da quando iniziano ad avere attività sessuale vanno incontro.
 
Che cos’è la Meningite, esiste il vaccino?
Due domande frequenti a cui bisogna rispondere con chiarezza, chiarendo alcuni aspetti essenziali per informare correttamente l’opinione pubblica.
-La meningite è un’infezione/infiammazione delle meningi (membrane che rivestono il cervello), che comporta una grave sofferenza neurologica con il rischio di lesioni permanenti ed in alcuni casi di morte (exitus), in altri casi può essere transitoria e senza esiti per il paziente, inoltre può colpire tutti, dal Neonato agli Anziani. I germi responsabili possono essere molti: dai Virus ai Batteri (es. Morbillo - Meningococco tipo B ; tipo C) ; per cui la gravità della malattia dipende dal tipo di germe (alcuni più aggressivi di altri) nonché dallo stato immunologico paziente colpito (es. Neonato - Malato cronico/anziano).

Uno dei pochi strumenti efficaci di prevenzione che abbiamo, quindi, sono i vaccini perché ci permettono di migliorare la risposta del nostro organismo, con un maggiore livello di anticorpi specifici contro il germe per cui ci siamo vaccinati. Infatti esistono diversi tipi di vaccini che sono consigliabili secondo l’età e specifici fattori di rischio, inoltre la ricerca e l’industria hanno creato negli ultimi anni nuovi vaccini più sicuri e/o con nuovi ceppi di batteri. Per cui il paziente vaccinato ha sicuramente molte più possibilità di non contrarre la malattia rispetto ai non vaccinati, e nel caso di infezione il decorso della stessa sarebbe estremamente migliore rispetto agli stessi.
Quindi rivolgersi con fiducia consapevolezza e tempestività al medico curante o specialista per utilizzare questi importanti strumenti di prevenzione che la scienza e la ricerca mettono a disposizione delle nostre famiglie. 

Quindi non esiste un vaccino unico che ci garantisca da solo l’immunità, ma una serie di comportamenti e di criteri generali per ridurre i rischi, a seconda dell’età dei soggetti (neonati, lattanti, bambini, adolescenti, adulti, anziani, pazienti cronici); che accoppiati alle specifiche vaccinazioni possano ridurre al minimo il rischio di contrarre la malattia.


* Direttore Comitato Scientifico Ospedale Evangelico Betania

 

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