Epatocarcinoma, a Napoli un convegno sulle cure del tumore del fegato

Epatocarcinoma, a Napoli un convegno sulle cure del tumore del fegato

All'evento, patrocinato dalla Fondazione Evangelica Betania, il punto della situazione del dott. Ernesto Claar, presidente Aigo
del 01 Giu 2018
Epatocarcinoma, a Napoli un convegno sulle cure del tumore del fegato Il carcinoma epatocellulare (HCC) è il piu frequente tumore primitivo maligno del fegato e causa, ogni anno, in Campania circa 1000 decessi. Rientra tra le prime cinque cause di morte per tumore solo nei maschi (7%), tra i quali risulta al terzo posto (8%) nella fascia di età 50-69 anni. È caratterizzato da elevata eterogeneità clinica e biologica e per questo ha prognosi molto variabile.
 
Della cura e dei trattamenti dell’HCC se ne è discusso a Napoli il 31 maggio e il 1 giugno in occasione del corso di formazione organizzato da Aigo (Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri), che si è tenuto nell’Aula Mediterraneo dell’Ospedale Cardarelli. L'evento è stato patrocinato dalla Fondazione Evangelica Betania e dalle associazioni dei pazienti EPAC, AITF e ha visto la partecipazione di Ernesto Claar, medico dell’Ospedale Evangelico Betania,  Presidente di Aigo Campania e coordinatore della Commissione nazionale epatologia di Aigo.

La sopravvivenza a 5 anni dei pazienti con HCC in Italia è più elevata ( 16.5%) rispetto alla media europea (11,7%); la sopravvivenza dopo 10 anni dalla diagnosi è del 10%; la possibilità di interventi curativi, nei casi diagnosticati in stadio precoce grazie a programmi di sorveglianza, può ulteriormente migliorare la prognosi. «Scopo dell’incontro - spiega il dottor Ernesto Claar -  è stato quello di analizzare criticamente le Linee guida per la terapia del Epatocarcinoma, ottimizzare i percorsi di cura sottolineando la necessità di applicare le indicazioni secondo le “esigenze individuali” del paziente. Per le diverse tipologie di pazienti con Epatocarcinoma, le opzioni terapeutiche possono essere numerose per cui le scelte terapeutiche vanno sempre intraprese a seguito di una discussione multidisciplinare e la collaborazione costante tra gastroenterologo ed altri specialisti in particolare oncologo, chirurgo ed radiologo (Gom–Gruppo oncologico multidisciplinare), che permetta di valutare tutte le possibili opzioni. Verranno, inoltre, valutati i futuri scenari in vista della imminente disponibilità di “nuovi farmaci” ed i progressi dell’immuno-oncologia».
 

 

Condividi