IN PRIMA LINEA NELLA CURA DEL CANCRO DELLA MAMMELLA

IN PRIMA LINEA NELLA CURA DEL CANCRO DELLA MAMMELLA

La preziosa attività dell'Unità operativa di Senologia
IN PRIMA LINEA NELLA CURA DEL CANCRO DELLA MAMMELLA L’Ospedale Evangelico Betania è da oltre vent’anni in prima linea nella cura del cancro alla mammella. L’unità operativa Semplice Dipartimentale di Senologia guidata da alcuni mesi dal dott. Agostino Vanore è diventata un punto di riferimento sul territorio per l’umanizzazione delle cure e l’organizzazione del percorso assistenziale.

 
Ogni anno in Italia quasi 380mila persone si ammalano di tumore, escludendo i carcinomi della cute non melanomi, il cancro in assoluto più frequente è quello della mammella (14,6%). Purtroppo questa patologia è la causa del 29% dei decessi nelle donne prima dei 50 anni, il 21% di quelle tra 50 e 69 anni e il 16% di chi ha oltre 70 anni. Sono stati fatti passi avanti enormi nella prevenzione, nella cura e nell’assistenza, ma ancora non basta. Oggi l’87% di donne guarisce ma la mortalità è ancora troppo alta rispetto alle possibilità di cura. Bisogna puntare ancora di più sulla prevenzione anche perché negli ultimi vent’anni l’età media si è abbassata notevolmente, tra i 30 e 40 anni. E la prevenzione deve cominciare da giovanissime perché sono cambiati molto i fattori di rischio, soprattutto per chi vive nei grandi centri urbani e conduce particolari stili di vita.

L’Ospedale Evangelico Betania è da trent’anni in prima linea e oggi, con oltre 500 trattamenti all’anno, tra patologia maligna e benigna è un punto di riferimento per migliaia di donne. La sfida per i prossimi anni si gioca tutta sulla prevenzione perché si fa ancora poco ma soprattutto perché il cancro della mammella è fortemente influenzato dalle condizioni ambientali. Sono diversi i fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza di un tumore: vivere in un ambiente inquinato, innanzitutto; il fumo, anche quello passivo, subito, ad esempio, in giovane età; l’alimentazione; lo stress, lo stile di vita. Condizioni che aumentano il rischio di ammalarsi dove già c’è predisposizione genetica. Il cancro della mammella è il classico esempio che scaturisce dall’interazione di un genotipo con l’ambiente. Siccome non abbiamo possibilità di intervenire sulla componente genetica bisogna lavorare sui fattori esterni e allora, ad esempio, è fondamentale avere una corretta alimentazione, evitare il fumo e gli ambienti dove si fuma, avere un corretto stile di vita.

L’unica arma che oggi abbiamo a disposizione è la prevenzione e, quando il tumore viene diagnosticato, una comunità di riferimento forte, che sia in grado di dare forza e sostegno alla donna, non facendola sentire mai sola. Nel percorso assistenziale e terapeutico, poi, è fondamentale l’umanizzazione delle cure. Quest’ultimo è anche il nostro punto di forza, l’elemento caratterizzante il percorso proposto dall’Ospedale Evangelico Betania che ci ha consentito negli anni di diventare un punto di riferimento. Da noi la paziente viene presa in carico dalla diagnosi e accompagnata fino alla guarigione attraverso un approccio multidisciplinare che è il tratto distintivo di tutta l’oncologia della nostra struttura sanitaria. In questa direzione va anche la collaborazione, attivata nel 2019, con l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con l’istituzione del GOM, il Gruppo Oncologico Multidisciplinare che è composto oltre che da senologi, oncologi, radiologi radioterapisti, anatomo-patologisti, infermieri e poi da uno psicologo e da un nutrizionista. Questa esperienza, che si sta dimostrando strategica nella lotta ai tumori femminili ed in particolare al cancro della mammella, sfocerà nella costituzione della Breast unit che vedrà formalizzato il lavoro d’insieme della oncologia, della radiologia, dell’anatomia patologica e della senologia. L’avvio di questa esperienza ci consentirà di trattare le pazienti secondo i più avanzati standard internazionali, sin dalla fase di diagnosi. Perché la terapia sia efficace, ad esempio, è fondamentale una tipizzazione precisa del tumore. Oggi questa operazione si effettua con la microbiopsia, che è in grado di fornirci maggiori e più dettagliate informazioni sul tumore. Una volta individuato il tipo di cancro questo può essere trattato con la chemioterapia neoaudivante, che tende a ridurre la dimensione del tumore, le eventuali ripetizioni infonodali o metastasi a distanza, oppure andare direttamente all’intervento chirurgico.

Nel 2020, infatti, abbiamo effettuato 315 interventi per patologia maligna della mammella e 199 per patologia benigna. In 35 casi di patologia maligna si è associato anche un intervento di plastica ricostruttiva. Di quelli benigni sono stati effettuati 72 trattamenti per lesioni borderline in regime di ricovero ordinario; 45 in regime di day surgery; 15 PACC e 67 interventi di chirurgia plastica “pura”.
Per migliorare sempre di più la diagnosi siamo in attesa nuovo mammagrafo che ci consentirà di effettuare la microbiopsia stereotassica, finalizzata alla tipizzazione delle microcalcificazioni. L’anatomia patologica gioca un ruolo delicatissimo nella diagnosi del tumore con informazioni strategiche per la definizione della cura più appropriata e del piano terapeutico.

Da alcuni mesi siamo inoltre presenti sulla piattaforma regionale dove stiamo inserendo i casi trattati in modo da interagire con tutte le altre realtà assistenziali del territorio e accedere ad informazioni preziose. Tutti questi sforzi vanno nella direzione di essere più efficaci ed efficienti.


* Responsabile Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Senologia
 
 
 

 

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