Cardiologia
Lo stile di vita nell prevenzione cardiovascolare
La circonferenza del giro vita ci aiuta a capire se siamo a rischio cardiovascolare. È possibile ridurre il rischio cardiovascolare o mantenerlo nei limiti favorevoli abbassando il livello dei fattori modificabili attraverso lo stile di vita sano.
del 18 Nov 2016
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I fattori di rischio cardiovascolare si dividono in modificabili (attraverso cambiamenti dello stile di vita o mediante assunzione di farmaci) e non modificabili.
I fattori di rischio non modificabili sono:
- età: il rischio aumenta progressivamente con l'avanzare dell'età.
- sesso maschile: gli uomini sono più a rischio delle donne. Nella donna il rischio aumenta sensibilmente dopo la menopausa.
- familiarità: parenti con eventi cardiovascolari in età giovanile (meno di 55 anni negli uomini e di 65 nelle donne).
Recentemente è emerso che ancora più importante del contenimento dell’indice di massa corporea è mantenere la circonferenza del giro vita a valori inferiori di 102 cm per il sesso maschile e 88 in quello femminile. L’uso responsabile e moderato di vino (non più di due bicchieri al giorno) è ammesso e può apportare effetti benefici all’apparato circolatorio, con molta probabilità in virtù del suo effetto antiossidante. In casi particolari, tuttavia per quanto concerne l’ipercolesterolemia, l’ipertensione, il diabete, è necessario un appropriato trattamento farmacologico. Ricordo che nei soggetti apparentemente sani, viene attualmente considerato un valore di colesterolo LDL ematico < 160 mg/dL. I valori di colesterolo totale e di LDLc vanno tenuti a livelli < 130 mg/dL nei pazienti che hanno già altri fattori di rischio, e ancora più bassi (<100 mg/dL) nei pazienti diabetici o che abbiano già avuto un ictus cerebrale o un infarto miocardico. Per quanto concerne la pressione arteriosa, ricordo che sono ritenuti ottimali valori inferiori a 135/ 85 mmHg.
I fattori di rischio sopramenzionati, spiegano circa il 90% delle malattie cardiovascolari. In circa il 10% dei pazienti che si ammalano di ictus o di infarto miocardico, non è possibile tuttavia riscontrare alcun fattore di rischio noto. Questa conclusione ha aperto diverse prospettive di ricerca, in ispecie gli indici di infiammazione. Il più noto e studiato è la proteina C reattiva (PCR). Anche la sindrome metabolica costituisce un’entità emergente che individua soggetti con un rischio particolarmente elevato. Essa è data dalla combinazione dei seguenti fattori di rischio: a) ridotta tolleranza al glucosio; b) circonferenza addominale superiore a 102 cm nell’uomo o a 88 cm nella donna; bassi livelli di HDL colesterolo (< 40 mg/dL e < 50 mg/dL nella donna; trigliceridi > 150 mg/dL; pressione arteriosa > 130/85 mmHg.
Il rischio che ogni persona ha di sviluppare la malattia cardiovascolare dipende dall’entità dei fattori di rischio. Il rischio è continuo e aumenta con l’avanzare dell’età, pertanto non esiste un livello a cui il rischio è nullo. Tuttavia è possibile ridurre il rischio cardiovascolare o mantenerlo nei limiti favorevoli abbassando il livello dei fattori modificabili attraverso lo stile di vita sano.