“QUELLO CHE NON POSSIAMO FARE LO FARÀ DIO PER NOI”. IL VIDEO MESSAGGIO DEL PASTORE POLVERINO

“QUELLO CHE NON POSSIAMO FARE LO FARÀ DIO PER NOI”. IL VIDEO MESSAGGIO DEL PASTORE POLVERINO

Il messaggio pasquale del cappellano dell’Ospedale Evangelico Betania
“QUELLO CHE NON POSSIAMO FARE LO FARÀ DIO PER NOI”. IL VIDEO MESSAGGIO DEL PASTORE POLVERINO Tanti tanti auguri, tanti tanti auguri. Auguri che quanto prima ci riappropriamo della nostra normalità, il bene che più aneliamo tutti quanti. Non solo noi italiani ma il mondo intero, che sta gemendo per questo male. Preghiamo, preghiamo per ci chi governa. Ce lo chiede anche la scrittura. Preghiamo per quanti si stanno affaticando per noi ogni giorno: medici, infermieri, forze dell’ordine, protezione civile, trasportatori, personale dei supermercati.
 
Il mio augurio e il mio saluto per questa Pasqua parte da due versetti del nuovo testamento. Il primo versetto lo troviamo nel Vangelo di Luca al capitolo 23 e dice così: “Mentre portavano Gesù via dopo essere stato condannato presero un certo Simone cireneo che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce perché la portasse dietro a Gesù". Chi è il cireneo, chi è Simone di Cirene? È un extracomunitario, un uomo che veniva dalle parti della Libia, probabilmente era andato in Palestina a lavorare, era un contadino, lavorava nelle campagne, ha terminato la sua giornata e se ne stava tornando a casa. Dice la scrittura di portare la croce dietro Gesù. In questi giorni c'è stata imposta dal virus un'esistenza inimmaginabile. Questo virus è come se ci avesse gettato addosso e avesse preteso che portassimo anche noi la croce. Il Signore ci vuole aiutare. Non l'abbiamo scelta, non l’abbiamo voluta, è venuta. E noi la vogliamo portare sapendo una cosa importante che noi portiamo il pezzo di legno ma chi ha portato i pesi e i peccati dell'umanità è il Signore. E quel Signore ci darà la forza di portare quel legno, di uscire fuori da questa pandemia!

Il secondo versetto che ho scelto, lo troviamo nel racconto della risurrezione. Quando le due donne, le donne che erano andate al sepolcro, nel Vangelo di Marco al capitolo 16 c’è scritto: "e dicevano tra loro (le donne) chi ci rotolerà la pietra per l’apertura del sepolcro? E alzarono gli occhi e videro che la pietra era stata già tolta!". Ecco nel primo versetto abbiamo visto che è stata posta a un uomo estraneo a Gesù la croce. Anche queste donne portano con loro una croce quella del dolore di aver perso il loro maestro, il loro Signore, di aver perso la loro vita. E non si rassegnano, vanno al sepolcro, sono piene di buona volontà, piene di forza. Cercano il loro maestro, ma c'è un grande problema, c’è una pietra. È un ostacolo, un ostacolo che neanche la buona volontà può rimuovere. Ma ecco l'annuncio pasquale, l’augurio iniziale, l’augurio di Pasqua. Le donne restano sbalordite: la pietra è stata rotolata. Non perdiamoci d’animo. Quello che non possiamo fare lo farà Dio per noi. Il Signor apre il sepolcro. Il Signore ci apre sempre una nuova via. Dio ci benedica, tanti auguri.

* Cappellano dell'Ospedale Evangelico Betania

 
 

 

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