Il rischio del “lockdown della salute”

Il rischio del “lockdown della salute”

La sicurezza del percorso nascita in primo piano nel nuovo numero di Betania Informa
del 29 Ott 2020
Il rischio del “lockdown della salute”L’emergenza sanitaria ha provocato un vero e proprio lockdown della salute, che avrà ripercussioni negative per molto tempo sul nostro benessere”. Il grido d’allarme del dott. Vincenzo Bottino, il primario di Chirurgia dell’Ospedale, è uno degli approfondimenti del nuovo numero del magazine Betania Informa. Il giornale, come di consueto, si apre con l’editoriale della Presidente Cordelia Vitiello che racconta come le iniziative di solidarietà, nonostante le mille difficoltà di questo difficile periodo non si siano mai fermate.
Stiamo vivendo uno dei periodi più difficili degli ultimi 50 anni, caratterizzato da una grande incertezza sul futuro e dall’aumento di persone in difficoltà, di poveri; e le previsioni per i prossimi mesi non fanno sperare in un rapido miglioramento. Viviamo un tempo con molte analogie rispetto agli anni ’60, quando Teofilo Santi ebbe l’intuizione di dare vita alla clinica “Villa Betania”, un luogo che accogliesse i “viandanti colpiti dalle ferite della vita”, di cui Napoli era piena nel secondo dopo guerra. Cura e solidarietà
sono i principi su cui si fonda sin dall’inizio il nostro impegno. Oggi la Fondazione Evangelica Betania sostiene ben 10 progetti solidali che sono diventati un punto di riferimento per tante persone
”, afferma la presidente.

Il primo piano è dedicato alla sicurezza del percorso nascita con un’intervista al primario Stefano Scognamiglio che rassicura le mamme: “Voglio rassicurare tutte le donne in dolce attesa. Non bisogna avere paura, qui da noi, come in molti altri centri nascita, non si è mai partorito in sicurezza come in questo periodo”. Durante il lockdown, il periodo più critico della pandemia, il reparto di Ginecologia e Ostetricia e il Pronto Soccorso ginecologico dell’ospedale
evangelico Betania non si sono mai fermati consentendo alle mamme in dolce attesa di partorire in tutta sicurezza, così come continua ad avvenire ancora oggi. Certo le difficoltà non sono mancate e le donne, ad esempio, hanno dovuto rinunciare alla vicinanza dei parenti più stretti. Nessuno stop anche per gli interventi chirurgici urgenti per donne con patologie uroginecologiche più gravi.

Anche tra mille difficoltà, come quelle che si stanno paventando con la “seconda ondata” della pandemia non bisogna smarrire la fede, come ricorda il cappellano Vincenzo Polverino che scrive, citando il salmista: «Alzo gli occhi ai monti … donde mi verrà l’aiuto?» (Sl. 121,1). “Quando giungono calamità, prove e mali, i credenti interrogano e invocano Dio per non cadere in tentazione, o in cedimenti di fede”, ricorda Polverino che aggiunge: “sono persuaso che l’incommensurabile amore di Dio, mai abbandonerà la sua amata creatura”.
 
Nel nuovo numero di Betania Informa poi c’è un focus sull’epatologia ed in particolare sul progetto “Zero epatite C”, che ha subito un forte rallentamento per il Covid, in cui vengono illustrati i primi importantissimi risultati. “Il programma di eliminazione del virus sta subendo un rallentamento assai significativo e si calcola che, in Italia, il ritardo di un anno nella cura dell’epatite C, potrebbe comportare un aumento di 7 mila morti, per Cirrosi epatica, tra cinque anni”, spiega Ernesto Claar. “Dalla seconda metà di gennaio 2020 a fine giugno, sono stati valutati 4305 pazienti consecutivi, rivolti alla nostra struttura per esigenza di ricovero (ordinario, day hospital, day surgery, preospedalizzazione)”.
 
Nella rubrica di management il Direttore Generale, Luciano Cirica, parla del ruolo della gestione delle risorse umane, divenuto – soprattutto i questi difficili mesi – un aspetto strategico fondamentale per il funzionamento della struttura. “La gesti one del personale in sanità è diventato pertanto un assett strategico, se non forse il più critico di tutti, in quanto la qualità delle cure prestate è da attribuirsi principalmente ai servizi “immateriali” prestati da professionisti, medici e non, in forma di performance umana, collettiva e sinergica
 
Il giornale si chiude con il ricordo di Sergio Nitti, che si è spento a 85 anni, e che ha guidato l’ospedale dal 1985 al 2015.
 

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